venerdì 5 giugno 2009

Ecco la nostra classe, 1 al del liceo scientifico...la vincitrice!!!
Da sinistra: Luca Vantaggioli, Nicola Baldoni, Valerio Taboriti, Michol Cappelletti, Leonardo Salvucci, Lorenzo Mastrofabi, Edoardo Cicogna, Edoardo Falchetti, Filippo Gemma, Stefano Amici, Carlo Alberto Petrancola Costanzi, Tommaso Morichini, Giulio Grasselli, Mattia Porcu, Giacomo Di Dio, Elia Ruggeri, Chiara Cesari, Bianca Costantini, Giulia Musci, Angelica Di Giacomo, Mariaelena Mosconi, Arianna Antonelli e Livia Perosino. (un bacio grande a Jaquelyn Micanti che per motivi di salute non è presente in questa foto)

In fine volevamo ringraziare la prof.ssa Lotti e la prof.ssa Calzibelli che ci hanno aiutato a realizzare e ad essere i vincitori di questo blog!

Gli alunni della 1 al

giovedì 21 maggio 2009

Uno strano rifiuto


...Pochi giorni fa la nostra classe, 1 al del liceo scientifico "A.Volta", è andata a visitarela discarica di Sant'Orsola e la stazione ecologica di Castel Ritaldi...Tra le tante foto scattate ho scelto di mostrarvi la + bella secondo i miei gusti!!!
E' un rifiuto molto raro e si trova solo nella regione dell'Umbria...

Apparte ciò, la discarica di Sant'Orsola è molto ben organizzata, grazie anche al lavoro che svolgono gli addetti della stazione ecologica di castel ritaldi. Sfortunatamente tra 2 anni il suo operato cesserà, ma verrà coperta da un ricco strato di terra per poter tornare a far parte del paesaggio che la circonda.

mercoledì 20 maggio 2009

Anche i Simpson vengono colpiti dai rifiuti


Questa volta, invece di scrivere il solito post sui rifiuti carico di avvertimenti e morali varie, volevamo presentarvi qualcosa di meglio.

Vi conviene prendere un pò di tempo perchè il link sottostante vi trascinerà direttamente nel giallo mondo dei Simpson.


Ci ha colpito parecchio perchè, se guardato con spirito critico, dà una buona idea di come la pensino molte persone riguardo la questione rifiuti; Homer è stupido da come si comporta ma è proprio in questo modo che noi pensiamo ed agiamo.


Godetevelo ma state attenti nel saper cogliere il messaggio destinato a tutti noi.




Voglio invitare tutte le persone che hanno visto questo episodio a commentarlo e dare la propria opinione per avere un confronto con tutti gli altri.


venerdì 15 maggio 2009

Jamie Lerner e Curitiba: da 30 anni la città ecologica

La storia che sto per raccontarvi è ambientata nei primi anni '70, quando il Brasile era sotto dittatura fascita, per placare le acque agitate della politica, a Curitiba viene eletto sindaco un inoffensivo esperto di architettura, il trentatreenne Jaime Lerner.
Curitiba è oggi un esempio per tutto il mondo per le soluzioni di urbanistica e di vita ambientale, è anche stata eletta capitale americana della coltura nel 2003.
E' la città piu verde al mondo(55 metri quadri di verde per abitante) ed inoltre presenta anche un terzo della povertà rispetto al resto del brasile, con il 96% di alfabetizzazione e con l'83% della popolazione che possiede un titolo di studi superiori.
Già, è una storia vera.

La prima "impresa" di Lerner è stata creare un'isola pedonale, in seguito si è occupato dei trasporti pubblici (gli autobus di Curitiba trasportano 20.000 persone ogni ora e compiono ogni giorno una distanza pari a 9 volte il giro del mondo; dopo i cambiamenti un quarto degli autisti ha rinunciato ad avere un'auto, nonostante il traffico scorrevole e gli ingorghi inesistenti).
Ma anche il problema delle baraccopoli era pressante: è stato affrontato trovando sistemi semplici in grado di offrire effetti positivi immediati e un cambiamento radicale della cultura a lungo termine. E' la fantasia delle soluzioni quello che stupisce di più. Sembrano pazze ma contengono un'efficienza enorme.Ci sono servizi di distribuzione quotidiana di pasti gratuiti. Sono state costruite 14 mila case popolari. Ma si è agito anche distribuendo piccoli pezzi di terra per orti e per costruire case. I materiali di costruzione vengono acquistati con un finanziamento comunale a lungo termine ripagato con rate mensili pari al costo di due pacchetti di sigarette. Ogni nuova casa riceve poi in regalo dal comune un albero da frutta e uno ornamentale. Il comune offre anche un'ora di consulenza di un architetto che aiuta le famiglie a costruirsi case più confortevoli ed armoniose. I quartieri poveri di Curitiba sono i più belli del mondo.

Per quanto riguarda la differenziazione dei rifiuti esiste un servizio di camioncini che girano per la città scambiando due chili di immondizia suddivisa con buoni acquisto che permettono di acquistare un chilogrammo di cibo (oppure quaderni, libri o biglietti per gli autobus). Così il 96% dell'immondizia della città viene raccolta e riciclata.

Per migliorare le condizioni lavorative, esistono i cosidetti microcrediti, grazie ai quali i giovani possono aprire attività in proprio, ma ci sono anche 30 biblioteche, 20 teatri, 74 musei e centri culturali e tutte le 120 scuole della città offrono corsi serali. Vengono organizzati corsi di formazione professionale per 10 mila persone all'anno. Gli abitanti di Curitiba sono collegati a un "Telefono della solidarietà" che permette di raccogliere elettrodomestici e mobili usati che vengono riparati dagli apprendisti artigiani e rivenduti a basso prezzo nei mercati o regalati.

Con questo ho accennato solo a qualche opera di Lerner, ma è sorprendente sapere ciò che è stato in grado di fare, cambiando una città in maniera radicale, mentre noi, popolazione dei cosidetti paesi sviluppati, viviamo ancora immersi nelle polveri sottili, senza preoccuparci troppo dei problemi ambientali, pur essendo perfettamente coscenti della loro gravità.

Ecco qualche collegamento utile a video ed ad articoli piu ricchi:

http://www.promobrasil.it/Album/Curitiba/Curitiba.htm
http://matteoincerti.blogspot.com/2008/10/jaime-lerner-cambiamo-prospettiva.html
http://guidoromeo.nova100.ilsole24ore.com/2009/02/jaime-lerner-al-made-la-necessit%C3%A0-di-un-sogno-per-cambiare-le-citt%C3%A0.html

La discarica di S.Orsola e la piattaforma di reciclo di Castel Ritaldi




Qualche giorno fa la classe 1Al del liceo scientifico"A.Volta", si è recata alla piattaforma di reciclo della Bruna e alla discarica di S. Orsola. E' stata un esperienza molto bella e importante dove abbiamo potuto vedere tutti i vari procedimenti dei rifiuti che vengono reciclati e anche la fine di coloro che non si possono reciclare ,e che quindi vengono spediti alle discariche.

giovedì 14 maggio 2009

Miracolo trash nelle Marche

Uno dei prodotti locali di cui i Castelli di Jesi vanno più fieri è sotto terra. Prima della sepoltura aveva un aspetto ripugnante, in altre regioni italiane ha rischiato di scatenare una guerra e, naturalmente, non è il Verdicchio, sublime vino bianco endemico di queste colline. Si tratta, invece, dei rifiuti e per estensione del luogo che li smaltisce, una delle discariche più all'avanguardia d'Italia, con impatto ambientale pari a zero, che produce energia elettrica gratuita, è pressoché invisibile e garantisce al paesino che la ospita un reddito procapite degno di una metropoli. Il miracolo avviene a Moie, nell'entroterra marchigiano, e comincia quasi vent'anni fa, quando il piccolo centro decise di ipotecare il proprio futuro puntando sul pattume.

Sandro Grizi, assessore alla cultura dice: "In principio eravamo cinque Comuni disponibili al progetto, poi gli altri si tirarono indietro, avevano paura. A quel punto, si trattò di far accettare la cosa alla gente. Da giovane consigliere comunale andavo alle riunioni con i contadini, e loro minacciavano di rompermi le sedie in testa: temevano per i raccolti".

La discarica venne scavata fra gli "interminati spazi" leopardiani, secondo i criteri più rigorosi: scegliendo un sito che garantiva la perfetta impermeabilità grazie a uno strato sotterraneo di argilla spesso due chilometri e mezzo, prevedendo un sistema di recupero dei gas di fermentazione e uno di riciclo dei rifiuti organici in fertilizzanti di qualità. Rispettando come un dogma l'integrazione con l'ambiente circostante. Mauro Ragaini, direttore generale dell'azienda pubblica che gestisce la discarica, la Sogenus, sottolinea: "Nessun problema con la giustizia".
Il risultato, dopo 18 anni di operazioni, parla da solo. O meglio tace, nel senso che è come se non esistesse. Visitando il sito in una giornata estiva calda e senza vento, si stenta a credere di trovarsi in una discarica che smaltisce 180 mila tonnellate l'anno tra rifiuti urbani e speciali.Nessun afrore, niente uccellacci in volo sui 40 ettari di conche, metà dei quali, ormai saturi, sono stati ricoperti, piantumati e sono tornati a essere colline boschive indistinguibili da quelle vicine. Una volta esaurita, la discarica sarà, appunto, un bosco.

E il principio che lo permette è elementare: l'immondizia viene scaricata sul fondo di un cratere di un milione di metri cubi e interrata entro le 24 ore successive.La rete di tubazioni che scaturisce dai tumuli convoglia il biogas a una centrale di conversione che produce elettricità per 40 milioni di kW l'anno, più del fabbisogno dell'intero Comune. Ne avanza infatti il 40%, che compra l'Enel.

A breve partirà, sempre a Moie, la costruzione di un campus ultramoderno dove si concentreranno le scuole di primo e secondo grado del circondario (spesa prevista, 13 milioni) e un palazzetto dello sport da 2,8 milioni. Nel dare le cifre, l'assessore al Bilancio Umberto Domizioli precisa che l'80% del reddito della discarica deriva dai rifiuti speciali, quindi il Comune spende soldi che non arrivano dai cittadini, bensì dalle aziende. "Venti anni fa", conclude Grizi "Moie era un agglomerato informe sparso lungo la strada provinciale. Grazie ai rifiuti l'abbiamo trasformato, e non credo di peccare di presunzione se dico che stiamo dando un'anima a un paese che ne era privo". Come ci insegnano le sacre scritture, il corpo, al pari dei rifiuti, è destinato a tornare alla terra: è l'anima che resta.
Per informazioni più dettagliate vedi il seguente link: http://dweb.repubblica.it/dweb/2009/01/31/societa/societa/056bas63156.html

mercoledì 13 maggio 2009

Il futuro delle discariche

Dove riuniremo i nostri rifiuti finiti una volta che non avremo più una discarica?
Oggi la discarica di S. Orsola è usata a livello regionale, ma dovrà essere chiusa tra due anni.
Quando arriverà il giorno della chiusura, l'unica discarica più vicina a noi si troverà a Orvieto.

Ma un giorno anche quella verrà chiusa come lo saranno tutte le altre discariche in Italia.
Allora avremo due possibilità:
- trasformare le nostre città in discariche, dato che molto probabilmente abbandoneremo i rifiuti sotto casa trasformando le nostre strade in letti di fiumi di percolato prodotti dai rifiuti uniti all'acqua piovana;
-oppure potremmo cercare delle soluzioni che renderebbero i rifiuti utili, come l'idea di costruire termovalorizzatori o stabilimenti in grado di usare il biogas prodotto dai rifiuti, o i rifiuti stessi per creare energia elettrica.

Questi produrrebbero basse quantità di sostanze inquinanti,così da rendere il nostro mondo migliore perchè utilizzando i nostri stessi rifiuti per produrre energia, ridurremo anche lo sfruttamento delle materie prime.

Allora l'inquinamento che ne deriva diminuirà, permettendo così al nostro pianeta di riacquistare la sua bellezza naturale.

martedì 12 maggio 2009

Il mondo qualche tempo fa: uno splendido quadro







Una volta, quando ancora non esistevano i rifiuti, il mondo era un grande prato verde: colline, montagne, fiumi, laghi e mari facevano di lui uno splendido quadro, ed era cosi che un pittore lo vedeva.


Un giorno però, l’uomo decise che il quadro doveva rinnovarsi con il passare del tempo e cominciò a dipingerci utensili moderni.

Partì da un aratro, che poi diventò vaporiera e in fine si trasformò in trattore, disegnò piccole fabbriche che poi diventarono grandi industrie e cominciò anche a disegnare immondizia e cestoni dell’immondizia poiché ora anche loro facevano parte del mondo.

L’unico problema fu che il pittore, ad un certo punto, non riuscì più a trovare posto per tutti i rifiuti che ormai avevano preso posto sulla terra.

Un giorno il pittore dimenticò il quadro fuori di casa e quel giorno cominciò a piovere. Tutti i colori si mescolarono ma il pittore non lo gettò via perché ormai rappresentava perfettamente ciò che era diventato il mondo: una grande discarica.

Non lasciamo che il nostro mondo diventi un grande cesto dell’immondizia: le nostre discariche sono piene fino all’orlo di rifiuti , le stazioni ecologiche pur avendo efficienti macchinari non riescono più a separare tutta la nostra spazzatura minuziosamente.

Ne è un esempio la discarica di Sant’ Orsola nel comune di Castel Ritaldi che sarà costretta a chiudere entro due anni. Dopo di che verrà trasformata in un grande impianto biogas che riuscirà a fornire energia per 2800 famiglie all’anno.

Per maggiori informazioni visita il link: http://www.rinnovabili.it/entro-2009-la-discarica-di-santorsola-avra-un-impianto-a-biogas


Facciamo qualcosa per far si che il mondo torni ad essere lo splendido quadro di qualche tempo fa.

domenica 10 maggio 2009

Contenitore giallo per la carta, blu per la plastica... ma esiste un contenitore per i filtri delle sigarette?



Oggi parleremo di un oggetto che sta sulla bocca di tutti, le sigarette.


Ormai quando si cammina per strada si incontrano talmente tanti filtri di sigarette che se ognuno fosse una briciola di pane si potrebbe sfamare l'intera Africa.


Noi non ci facciamo caso e non ci prestiamo tanta attenzione, ma , oltre a tutti i problemi di salute che loro provocano, quanto ci mette un filtro per scomparire?


C'è chi dice dai tre mesi a un anno, c'è chi dice addirittura cinque anni.
Ora come possiamo fare per evitare che inquinino e dove possiamo buttarli?
I fumatori gettano a terra la sigaretta, la spengono e la lasciano li, perché per loro è troppo difficile raccoglierla e gettarla nel cestino.


Una soluzione a questo problema ci arriva dall'America. Infatti è stato creato lo Smoker,un contenitore che conserva i mozziconi in sicurezza riducendo la possibilità di incendi. Inoltre è di piacevole aspetto e può contenere una grande quantità di mozziconi.


Questa però è solo un'idea che non è arrivata nel nostro paese, ma è sempre un passo verso il miglioramento del nostro mondo.
Maggiori particolari nel sito:

martedì 28 aprile 2009

Cosa si può realizzare con gli oggetti reciclati?




Cosa si può veramente realizzare per esempio con una decina di bottiglie di plastica?

Ad esempio con 10 flaconi di detersivi e 5 sacchetti per surgelare si contribuisce a fabbricare una seggiola, oppure con 6 bottiglie si può fare un maglione o ancora un azienda chiamata NAU, produce occhiali da vista di grande qualità e testati con ottimi risultati il tutto con la sola plastica delle bottiglie!

Nel 2004, la nazionale Italiana di calcio ha utilizzato per tutta la stagione magliette fabbricate con plastica reciclata.

Se vi capita di andare nei supermercati GS, sappiate che la maggior parte dei loro carrelli vengono fabbricati con la plastica reciclata.

Non più tardi di qualche mese fa è stato immesso sul mercato della telefonia, uno smarthphone di ultima generazione che è stato costruito interamente con plastica reciclata

Gli adulti di oggi giorno non si rendono conto di cosa significa avere un ambiente sporco, gli unici che veramente ne possono sapere qualche cosa forse sono coloro che vivono a Napoli, dove questo problema è stato per molto tempo illustrato dai giornali e solo ultimamente è stato risolto.


Come sarebbe il mondo se gli uomini continuassero a ignorare i rifiuti a terra?

Tanto tempo fa c’era un uomo che, quando ogni mattina veniva svegliato da un raggio di sole, si affacciava dal suo balcone e guardava come era bello tutto ciò che era intorno a lui: i prati verdi, gli alberi fioriti, le gocce di rugiada in cui si rispecchiavano i fiori.

Osservava costantemente i suoi nipotini correre nei campi di grano color oro, come un immenso mare.
Trovava il suo mondo così bello che pur avendo una certa età, andava in giro per la città a raccogliere i rifiuti che qualcuno aveva lasciato in giro, non pensando al suo futuro e non portando rispetto a un mondo così bello.
L’uomo continuò a raccogliere quei rifiuti fino all’ultimo dei suoi giorni, pensando che così i suoi nipotini avrebbero potuto avere un mondo pulito e bello come quando era piccolo lui.

Passati degli anni, quando ormai l’anziano signore era morto, nessuno si preoccupò più di raccogliere i rifiuti a terra e così giorno dopo giorno, la città diventò sempre più sporca, brutta, incustodita; non si preoccupò più nessuno di prendere i rifiuti a terra e di buttarli nei cestini dell’immondizia.


I rifiuti che venivano lasciati a terra come foglie, si accumularono fino a quando nemmeno il sole riuscì più a sorridere a quella splendida città con i suoi raggi incandescenti.
Ora grandi montagne colorate occupavano lo spazio dei giardini verdi, delle piante fiorite, e delle gocce di rugiada e solo adesso gli uomini piangevano, e rivolevano la loro città piena di vita che ormai era diventata così vuota.

Questo è quello che accadrà fra qualche anno al nostro splendido mondo, se non cominciamo a
differenziare i rifiuti.

venerdì 24 aprile 2009

Il mondo che sarà



Secondo voi i rifiuti crescono nei prati?
Logicamente non è così ma allora perché
ci sono?
Molti cittadini pensano che una qualsiasi
cosa gettata per terra o per strada non possa fare la differenza, e invece si sbagliano.
L'indifferenza, la pigrizia e la
svogliatezza delle persone non fa altro che peggiorare questa situazione.
Ci troviamo già in uno stato che può
essere definito “penoso” e sicuramente non migliorerà se si continua così.


Il problema principale della gente è la loro mentalità, ristretta e poco aperta a nuove idee, la quale impedisce che la raccolta differenziata venga praticata normalmente e soprattutto da tutti.
Il pensiero pubblico consiste nel concepire l'irrimediabilità della nostra situazione attuale, che però continua, irrimediabilmente e costantemente, a peggiorare.


Sicuramente la colpa non è solo dei cittadini ma, a volte, anche dell'inefficienza del nostro sistema di smaltimento dei rifiuti, che non fa altro che impedire ai pochi (ma veramente pochi) cittadini di salvare il loro territorio in qualche modo da questo degrado, che lo sta stringendo in una morsa sempre più tragica.


Per concludere ci sentiamo di dover dire che tutti dovrebbero fare un piccolo sforzo per migliorare questo piccolo paese chiamato Spoleto che, senza essere vanitosi, è una vera è propria città bella, piena di arte e di storia.
Quindi per favore non distruggetela ma bensì aiutiamola.

giovedì 23 aprile 2009

spiral island, l'isola da 100mila bottiglie di plastica










E’ un progetto che sta appassionando centinaia di persone quello della Isola a spirale, nel mare di Cancun, all’Isla Mujeres in Messico. E’ un isola costruita esclusivamente con materiali riciclati. La sua base è costituita, al momento, da 100mila bottiglie in plastica che la tengono a galla assieme ai suoi (pochi) abitanti.
Per qualcuno è una brillante idea che aiuta a rimettere in circolo materie prime e non, da recuperare; per altri rappresenta un pericoloso accumulo di immondizie che nel caso di uragani e tempeste è destinato a disperdersi nuovamente nell’ambiente. La prima isola, infatti costruita nel 1998, fu distrutta dall’uragano Emily nel 2005.





L’isola, intanto, ha aperto i battenti alle visite turistiche lo scorso agosto, e ospita un piccolissimo resort dotato di tutti ci comfort ecologici, inclusi pannelli fotovoltaici per l’energia, un forno solare, la compostiera e un sistema di drenaggio per le acque reflue. C’è anche spazio per lo shopping e un bar.
Se qualcuno è intenzionato a costruirsene una, Richie, l’ideatore del progetto, attraverso il sito
spiralislanders risponde dalla sezione forum, con le migliori soluzioni.







mercoledì 11 marzo 2009

Lo spettacolo

Mercoledì 11 febbraio, la nostra classe, la I AL del liceo Scientifico "A.Volta" di Spoleto, eccitata all'idea di evadere dalla routine scolastica e dedicare un'intera giornata all'insegna dell'ambiente con il progetto COMIECO, si è recata all'Auditorium di Foligno per assistere allo spettacolo ideato allo scopo di informare noi giovani sul grave problema dello smaltimento dei rifiuti ed invitare noi tutti, attraverso filmati e testimonianze, a fare la raccolta differenziata.

All'interno del teatro c'erano anche altre classi provenienti da istituti di tutta l'Umbria. L'Auditorium, maestoso teatro, era pieno di poltrone rivestite di velluto rosso e aveva due piani molto grandi e con molti posti per sedersi. Successivamente abbiamo atteso con curiosità l'inizio dello spettacolo.
Luca Pagliari, giornalista e collaboratore della COMIECO, associazione per la raccolta differenziata di carta e plastica, ci ha illustrato lo spettacolo. La scenografia del palco era costituita da cinque scatoloni e in terra c'erano diverse cianfrusaglie, cartacce e oggetti di tutti i giorni. Mano a mano che raccoglieva uno di questi oggetti raccontava una storia, riferiva testimonianze inerenti ad esso e poi li “differenziava”,mettendoli nella scatola giusta.
Raccogliendo una busta di plastica ad esempio, ci ha raccontato la storia di un giovane sommozzatore che, immergendosi nell'acqua, si è stupito ritrovandosi circondato da una muraglia di meduse che in realtà erano buste di plastica. Prendendo in mano un accendino ha invece raccontato la storia di Cabral, guerrigliero africano che combatteva per la liberazione del proprio paese. Quest'ultimo, vedendo un giornalista europeo venuto in Africa per intervistarlo, che buttava un accendino scarico per terra, spiegò all'europeo, raccogliendo l'accendino, che quell'oggetto, anche se scarico, aveva molte proprietà tecnologiche che il popolo africano non conosceva e che quindi poteva essere molto utile e di vitale importanza in quanto poteva procurare il fuoco ovunque e in qualsiasi momento della giornata. Dopo questo incontro il giornalista lasciò l'Africa e vi ritornò solo qualche anno dopo, quando ormai Cabral era stato ucciso, e trovò bancarelle piene di centinaia di accendini, che dimostravano quanto fosse giusta l'affermazione del guerrigliero.
Poi ci ha raccontato la storia di una giornalista che aveva il compito di scrivere un reportage su un paese africano. Si recò lì e, chiedendo agli abitanti quali fossero i posti migliori per vedere l'aspetto e la vita vera di quel paese, la giornalista venne mandata presso una discarica, dove trovò una marea di persone che frugavano tra la spazzatura, venendo anche travolte dalla stessa nella speranza di trovare qualcosa che li potesse aiutare a sopravvivere.

Dopo aver raccontato queste storie ha completato la sua “raccolta differenziata” e ci ha esposto vari dati a favore del riciclo spiegandoci che un qualsiasi giornale quotidiano è fatto di carta riciclata mostrandoci anche un video che esponeva il percorso che compie la carta per poi diventare prodotto riciclato.
Riusando e riciclato la carta si potrebbero avere le discariche del 30% più piccole e inoltre, se i rifiuti organici fossero usati per creare del concime per fertilizzare la terra invece che essere buttati insieme a tutti gli altri rifiuti, si potrebbero avere discariche meno maleodoranti.

Infine è stato visualizzato un videoclip che mostrava le diverse forme che poteva avere la spazzatura. Il succo di questo spettacolo è che è importante fare la raccolta differenziata per migliorare la nostra vita e quella delle generazioni future, così da ridurre le dimensioni delle discariche e dell'inquinamento.

Dai vari commenti è amerso che forse ci aspettavamo uno spettacolo in chiave più scherzosa e divertente, o perlomeno che fosse più avvincente e soprattutto più coinvolgente. Non che non ci sia piaciuto, per carità, ma non tutti erano proprio "coinvolti". Comunque è stata una bellissima ed intelligente idea quella della VUS di cominciare una campagna a favore del riciclo e della raccolta differenziata partendo dai giovani, visto che noi siamo coloro che si ritroveranno il mondo tra le mani fra un po' di anni e perché siamo la fascia di età che ancora deve maturare e cominciare a fare le scelte giuste (e questa è una di quelle) perciò siamo anche quella più influenzabile. Sicuramente sarebbe molto più bello che facessimo tutti la
raccolta differenziata e non alla sbrigativa: un po' di carta nel secchione giallo, un po' di plastica in quello blu, lattine, vetro, eccetera tutte dentro quello grigio. Eppure lo fanno i grandi e i grandi sono responsabili, maturi. Invece dovremmo dire loro che così stiamo mandando tutto al macero, e saremo noi a ritrovarci tra i piedi il disastro che altri hanno fanno. Non significa diventare iperambientalisti ma solo volere un po’ bene all'ambiente. Si comincia dalle piccole cose come la carta di una Goleador o una sigaretta, ma che si devono buttare dentro al cestino, non come alcuni che le buttano per terra come se fosse una questione di principio. Ci vuole solo un po’ di buona volontà per non ritrovarsi le discariche ad un metro da casa nostra. Pensiamoci adesso, però, perché è un problema attuale, concreto, che sta degenerando.
È un appello che interessa tutti, nessuno escluso, perché sembra che molte persone credono di vivere su un altro pianeta e ce la cose non le riguardi. Per farla breve, il succo della questione è: aiutiamo la nostra cara Terra affinché noi tutti possiamo vivere un futuro, un futuro non su un mondo-groviera, circondati da rifiuti e spazzatura, ma su uno pulito, e per far ciò dobbiamo fare in modo che tutti insieme ci diamo una mano per raggiungere questo lontano e difficile, ma non impossibile, obbiettivo, insegnandolo anche a coloro che ancora non l’hanno capito.
Questa esperienza ci ha fatto capire comunque quanto sia importante il rispetto per l’ambiente, e quante persone dedichino la propria vita e le proprie risorse affinché tutti noi abbiamo un futuro più pulito,e le ringraziamo sinceramente, impegnandoci ad aiutarle anche noi. Anche se molti non hanno seguito lo spettacolo con molta attenzione, crediamo valga la pena ascoltare con qualche “sacrificio” e senza cadere "nel sonno". E’ stata una bella esperienza: la Comieco potrebbe proporla a parecchi altri ragazzi per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a questo importante
argomento.

Gli studenti della classe I Al

domenica 18 gennaio 2009

Benvenuti!

Questo è il blog della classe I Al del Liceo Scientifico Alessandro Volta di Spoleto.